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Storie degli anni 2000

Le fiabe, come diceva il grandissimo Gianni Rodari, sono “il luogo dove tutto è possibile”. Viviamo in un mondo di grandi scoperte, emozionanti vite ma, al contempo, di innumerevoli sfide. “Storie degli anni 2000” vuole essere proprio tutto questo. La vita.

Questo libro(qui la pagina Amazon) è la terza pubblicazione del sottoscritto, un libro profondo, interessante, pluritematico ma semplice, fruibile da chiunque. Ci sarà molto da raccontare (soprattutto perché essendo mio non ho problemi con Copyright, diritti o attenzioni particolari al cosa scrivo!) e proprio per questo cercherò di dividere l’articolo in diversi ambiti, così da renderlo più leggibile. Età di lettura: dagli 8 anni.

Cominciamo!

La lunga storia delle “storie del 2000…”

Il primo racconto risale al 19 maggio 2011. La scuola volge al termine, si pensa già al fatidico spettacolo di fine anno e si è consapevoli che quello sarà il mese più duro dell’anno. Parte tutto questo, iniziò, certamente senza immaginare i futuri sviluppi, la lunga serie di mini storie. Volevo, però, qualcosa di diverso, qualcosa che leggendo sempre i testi di Rodari presi d’ispirazione. Perché non permettere al lettore di scegliere fra due finali, a volte simili a volte opposti? Entrambi possibili naturalmente. Ecco, l’ingrediente speciale era stato inserito.

In pochi mesi produssi dieci storie, piccole, prepotenti, profonde. Acqua pubblica, immigrazione, istruzione pubblica e privata o il riciclo. Tanti temi indispensabili al nostro vivere rispettando il pianeta e gli altri, tanti argomenti su cui lavorare per essere persone migliori. Fui soddisfatto e, mettendo le storie da parte, mi ripromisi di utilizzarle in qualche modo.

Fatto sta che passarono sei anni. Lavoro, parrocchia, matrimonio… figli! In così poco tempo la mia vita era cambiata così tanto da avermi trasformato molto. Quasi per caso ripresi quel file abbandonato, mai utilizzato, ma vivo, pulsante. Quasi per magia mi si riaccese una lampadina, un estro che mi entusiasmò subito, che mi fece vedere un futuro diverso da quello originariamente pensato. “Queste storie sono scritte per bambini ma dovranno essere una guida, un punto di partenza, per noi educatori, per far capire ai bambini stessi come vivere meglio nel rispetto di tutti”.

Ricominciai a scrivere, con forza, con determinazione: avevo uno scopo nuovo, bello, interessante, utile. Arrivai alle venti storie, stranamente soddisfatto (visto che sono il peggior critico delle mie storie), con il sogno di pubblicarle, magari con qualche immagine. La prima parte l’ho realizzata, la seconda… si vedrà.

A chi è rivolto

Quando cominciai a scrivere “Storie degli anni 2000” pensai subito ai piccoli, a coloro che necessitano di un aiuto per vivere pienamente questa società. “Devono essere storie brevi, perché devono trasmettere emozione prima che razionalità”. Questo pensai dopo le prime parole della storia “l’oro blu”, un testo semplice che raccogliesse in sé qualcosa di bello, di buono, su cui però il bambino potesse vedere la propria cultura, ciò che lo circonda… la vita intorno a lui. Comincia quindi a scrivere due, tre, tante storie, partendo sempre da qualcosa vicino a me e, quindi, vicino ai bambini.

Mi fermai quindi a dieci, mi ritenni soddisfatto e per svariati anni, come già scritto, mi fermai, misi nel cassetto quel lavoro piuttosto soddisfacente. Passarono sei anni, lunghi tanto da dimenticarmi del progetto “depositato.” Oggi ritengo di aver fatto, senza volerlo, una scelta corretta, fortunata, poiché grazie all’esperienza lavorativa accumulata, realizzai, prima di iniziare la seconda parte della stesura, che forse quelle storie non dovevano essere solo per gli under 10.

Anzi.

Storie del genere, pensate per bambini ma con tematiche da adulti, potevano, e forse dovevano, essere utilizzate soprattutto da quest’ultimi, da coloro che ricoprono, volente o dolente, un ruolo di educatore, di guida per i bambini. Ogni storia permette un tuffo nella realtà, un incamminarsi in tematiche attuali che, anche dopo anni dalla produzione, si ritrovano nei telegiornali, nei dibattiti parlamentari e, soprattutto, nel nostro prossimo futuro.

Decisi, quindi, di proseguire questo lavoro con altre dieci storie, forse più mature delle precedenti, con il chiaro intento di offrire punti di vista su cui riflettere, su cui partire, lavorare per costruire un mondo migliore, partendo da coloro che ne faranno parte: i bambini appunto.

Le storie: vedere le stesse cose di prima ma con occhi diversi

Passiamo quindi a una rapidissima panoramica delle storie, senza voler menzionare ogni singolo racconto.

Come ho già scritto, le tematiche sono assolutamente attuali, di importanza sociale. Prima fra tutte, in ordine cronologico, è l’acqua: pubblica? Privata? Non è questo il nodo, quanto piuttosto l’accesso libero ad essa, senza condizioni che possano mettere le persone in serie A o B.

L’immigrazione è trattata attraverso un fantastico ritorno di San Francesco, il quale deve affrontare la diffidenza che abbiamo oggi nello straniero, nonostante tutte le tecnologie e le conoscenze “immigrate” che utilizziamo ogni giorno.

Impossibile non parlare dell’argomento dell’anno: il riciclo e il rispetto ambientale. Ecco allora diverse storie sull’energia nucleare, sul suo uso intelligente ma pericoloso, o sulla raccolta riciclata, grande arma segreta contro l’incontrollabile progresso tecnologico.

L’abbandono degli animali viene trattato nelle più classiche delle situazioni: l’arrivo dell’estate, il cane che non è più di compagnia ma di intralcio, la strada. La storia che si ripete inesorabile ogni anno.

La droga e la dipendenza in generale. Questi sono forse due degli argomenti più profondi del libro. La prima che può coinvolgere già ragazzi giovanissimi, per i quali non è mai troppo presto per trattare questi argomenti. La seconda che focalizza l’attenzione sulla vita digitale, sul lasciare le relazioni “reali” per quelle a distanza, fredde ma più comode.

Le relazioni. Questo tema viene sviscerato in più storie, con sfumature sempre diverse. Relazioni fra fratelli, fra amici, con gli sconosciuti. Come affrontare la “fatica” di stare con gli altri? Cosa significa valorizzare e costruire ogni giorno un rapporto quanto mai indispensabile per vivere bene e in serenità?

L’apparenza. Nelle nostre scuole l’apparenza è ormai una legge spesso crudele e severa, con condizioni estreme che possono portare al bullismo, in ogni sua forma.

Spazio viene dato anche all’importanza della vecchiaia, dei nonni, come valore aggiunto, sia nella quotidianità che nell’insegnamento “storico”. Come possiamo valorizzare o criticare questa risorsa?

19 + 1 racconti

Perché 19+1 e non 20? Voglio emulare Ivan Zamorano ai tempi dell’Inter degli anni ’90? No, nulla di tutto questo. Più semplicemente decisi, arrivato all’ultimo racconto, che forse “Storie degli anni 2000” doveva avere una ciliegina nel finale, un qualcosa che lo rendesse unico. Come dico sempre ai miei alunni: “devi fare in modo che, leggendolo, io possa dire – l’ha scritto lui o lei, indubbiamente”. Come potevo rendere “solo mio” questo libro? Beh, nulla di più personale che scrivere la propria vita.

Scontato…

Già, ma così fu. L’ultima storia, dal secco titolo “Epilogo,” offre al lettore un misto di realtà e fantasia, un interrealtà fra il vero e il sogno. Un insegnante qualunque, con tanti sogni, difficoltà e passioni, vive ogni giorno con lo scopo di essere utile, di divertirsi divertendo, perché giocando si impara più che studiando e basta. Ecco allora che “Epilogo” veniva assemblato prendendo spunto, però, da ogni tematica precedentemente trattata, così da focalizzare qualche punto di vista più “di parte” rispetto ai due finali offerti di volta in volta.

Unica storia lunga, è però la sintesi “matura” del libro, un testamento per coloro che sono arrivati sino alla fine. “Storie degli anni 2000” inizia con un prologo impegnativo, schietto, senza giri di parole e finisce con altrettanta chiarezza, che non lascia spazio ad ambiguità.

Mi piace pensare questi racconti un po’ come la raccolta differenziata. Come questa dovrebbe essere a “circuito chiuso,” il libro è a “letteratura circolare,” che finisce riprendendo l’inizio, ciò da cui è partito.

Se siete arrivati sin qui…

Arriviamo quindi alla conclusione di questo lungo articolo. Forse troppo, già. Ma non volevo dividere gli argomenti… proprio come il libro. Tutto in un fiato, tante pillole per accendere una discussione, una riflessione o un confronto. “Storie degli anni 2000” vuole essere proprio questo: un’occasione inaspettata per crescere, per rendere migliori se stessi ma, soprattutto, il mondo che andranno a vivere fra qualche anni i nostri bambini.

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Un saluto a tutti voi.

Bozza dell’illustrazione dell’Epilogo

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