Space Jam (1997)
Eccoci di nuovo a scrivere, dopo tanto tempo, nella sezione “Cineteca Didattica“, una delle prima a nascere in questo sito. “Space Jam”, che sta nuovamente uscendo al cinema con il nuovo protagonista Le Bron, può offrire molti spunti di riflessione davvero interessanti. Entriamo quindi nel vivo e come sempre… buona lettura!
Qualche accenno alla trama
La trama dovrebbe essere fra le più conosciute ma… a scanso di dubbi, mettiamo nero su bianco qualcosa (anche perché ho capito che la storia di Space Jam 2021 è decisamente diversa).
Michael Jordan è un giocatore di pallacanestro che vuole ritirarsi dal basket, così da dedicarsi a un altro sport a lui sempre caro: il baseball. Contemporaneamente, nello spazio, a Moron Mountain, il malvagio e senza scrupoli direttore di un luna park cerca nuove attrazioni. Si imbatte per caso nei Looney Toons, decidendo di spedire 5 suoi dipendenti/schiavi a catturarli.
Intanto, fra i lunatici la vita scorre regolarmente. Bugs Bunny sta fuggendo da Taddeo quando, all’improvviso, un’astronave arriva mostrando i “cattivissimi” mini alieni. Fra battute e laser, le parti organizzano una sfida a pallacanestro per decidere le sorti di tutti i Looney.
Nel mondo reale, Jordan non passa un buon momento: non sembra molto capace nel suo nuovo sport e, nel tentativo di consolarlo e farlo stare “bene”, gli viene “affibbiato” Stan, un assistente piuttosto morboso e impacciato. In tutto questo, il campione viene chiamato da Bugs e Duffy per aiutarli, poiché i piccoli alieni, per vincere la partita, hanno rubato il talento dei migliori giocatori di pallacanestro, divenendo i “Monstars” (Mostri Star). Jordan accetta. Inizia così l’allenamento fra peripezie, colpi di scena e imprevisti, che faranno vincere…
Lunatici ma fiduciosi
Passiamo ora alla parte più “didattica” del film. Space Jam è, nel mio progetto di “Cineteca Didattica“, fra i primissimi film a essere visto. Infatti, quest’anno, è stata la prima proposta fatta alla classe, con (anche questa volta) grande apprezzamento.
La parte importante, indubbiamente, è verso la fine, quando la squadra dei Looney sta miseramente perdendo a causa della potenza dei Monstars. Jordan cerca di stimolare il gruppo con belle parole ma, purtroppo, addormenta tutti. Bugs, nella sua tipica ironia, chiede al giocatore di condividere la sua “acqua segreta”, quella che avrebbe reso tutti fortissimi. Ecco quindi che tutti ne bevono (tranne il povero Stan) riuscendo a capovolgere le sorti della partita. Ma, come si poteva vedere sin da subito, quell’acqua non era né segreta né magica…. solo acqua. Questo viene scoperto dopo dalla squadra, capendo che, piuttosto che contare su forze “esterne”, la grinta dentro di loro era l’unica vera arma per vincere qualsiasi sfida.
Arriviamo alla “svolta didattica”: la fiducia in se stessi. Siamo certi di riporre la giusta fiducia nelle nostre capacità? O dipendiamo sempre da quello che ci dicono gli altri? Davanti alla sfida, siamo capaci di tirar fuori la forza per, almeno, provare e tentare? Tutto questo si nasconde dietro quei pochi secondi di video. Credere in se stessi è una della cose più difficili in assoluto per tante persone… ma tutto parte già dall’infanzia. Grazie a Space Jam, possiamo far capire ai bambini che, nelle difficoltà didattiche o quotidiane, non possiamo sempre e solo dipendere da altro, ma dobbiamo innanzitutto guardarci dentro, credere che, forse, ciò che ci viene proposto è alla nostra portata, basta solo uno sforzo.
Il gioco di squadra
Tanto “frase fatta” quanto realtà concreta ancora oggi. “Space Jam”, oltre a quanto scritto sopra, offre un’occasione ulteriore per riflettere sull’importanza della “squadra” per portare avanti i propri sogni e i propri obiettivi. Da soli siamo bravi, possiamo fare molto… vero… ma è nel lavoro condiviso che possiamo esaltare al massimo le nostre potenzialità e competenze. Nel mondo del lavoro si parlerebbe di Equipe, mentre fra alunni possiamo parlare di “gruppo classe”. Ecco quindi il parallelo “didattico”: i bambini, in una classe, sono un gruppo eterogeneo ma con lo sguardo rivolto nella stessa direzione: la vita. Noi educatori, docenti e genitori, abbiamo il fondamentale scopo di guidare, e non indirizzare in modo coatto, la crescita dei bambini, affinché possano nel tempo vivere al meglio delle loro possibilità.
Il gruppo, in tutto questo, è la piccola/grande società che li circonda e li circonderà. Gli altri possono procurarci dolore o gioia, fastidio o divertimento… ma qualsiasi cosa sia sarà sempre un “punto” in più nella “scheda raccolta punti” del bambino stesso, il quale riempirà sempre di più la propria valigia di conoscenze. Non possiamo, e non dobbiamo, fare in modo che il bambino non abbia mai conflitti nel gruppo… perché sarebbe falso, sarebbe irreale. Stare insieme significa venirsi incontro ognuno nel proprio stile, nel rispetto delle idee altrui e della libertà personale. “Space Jam” è quell’amicizia che rende forti, è quel marasma di problemi che da soli, forse, non avremmo superato, ma che con l’altro è più semplice, divertente… diciamo…lunatico.
La libertà di essere buoni
Altro argomento davvero interessante: spesso la cattiveria è tale solo fino a quando non incontra la bontà. Nel film, gli alieni sembrano “spietati” esecutori del proprio capo, apatici alle emozioni e alle conseguenze che la cattura dei Looney avrebbe comportato. Qui possiamo evidenziare le due parti: i lunatici e gli invasori.
I Looney
I primi sono “buoni”, comprendono (non subito) il pericolo e lo affrontano a modo loro. Sono consapevoli degli imbrogli, delle malefatte e delle conseguenze, ma tutto ciò viene affrontato col giusto grado di ironia, coraggio e “incoscienza”. Tante volte vedo nei bambini l’esatto contrario di tutto questo: l’errore che non può essere preso scherzosamente, la paura di sbagliare che blocca senza apparente speranza e l’estrema analisi (limitata) della situazioni che annulla ogni speranza. Esagero? Assolutamente no. Certo, esistono quei bambini “lunatici” al punto giusto, ma, purtroppo, trovo anche coloro che devono entrare più in contatto con la semplicità delle esperienze; queste non sono sempre sfide della vita, non comportano scelte tipo “pillola blu o rossa”, ma possono essere vissute con gioia e, talvolta, con frivolezza, perché di occasioni per prendere le cose sul serio ce ne saranno davvero tante da adulti.
I Monstars
Gli alieni, gli invasori, sono coloro che senza scrupolo vogliono deportare questi strampalati cartoni nel loro mondo, eseguendo ciecamente gli ordini del loro capo. In tutta la storia non troviamo ripensamenti o scene di pentimento, non viene evidenziata alcuna scena nella quale i Monstars hanno dubbi sulla loro missione. Tutto questo, invece, lo troveremo alla fine, quando, cacciato il padrone, si ritroveranno a scegliere se tornare a casa o restare lì. Hanno vissuto qualcosa di nuovo, un sapore diverso da quello che sempre conoscevano: la libertà di essere se stessi.
Ecco un altro punto davvero importante: Pirandello lo diceva decenni fa… indossiamo maschere per ogni occasione, perdendo spesso la realtà di chi siamo veramente. Gli alieni comprendono chi vogliono essere guardando i Looney, capiscono che sono diversi dal capo che sino ad allora li aveva comandati. Si leggono dentro, si guardano fuori, ciò che hanno vissuto in quel breve periodo ha aperto gli occhi alle miriadi di possibilità che il mondo può offrire loro. Vogliono rimanere fra i lunatici, vogliono rimanere se stessi.
Anche noi dobbiamo insegnare ai bambini a leggersi dentro e a guardarsi fuori. Solo così potranno sentirsi liberi di essere se stessi, senza costrizioni, senza preoccupazioni, perché chi è in pace con se stesso lo è con il mondo, chi sa dove andare, anche se si perde, saprà alzare lo sguardo per ritrovare la strada.
Torniamo sulla Terra…
“Space Jam”, in sintesi, è un capolavoro cinematografico, un film d’animazione superbo con grandi potenzialità educative. Vecchio quasi 30 anni, rimane fortemente attuale nelle sue sfaccettature: l’amicizia, l’importanza del gruppo, la libertà e la forza di essere se stessi nonostante tutto. Un prodotto bello e divertente, adatto già dai 6 anni, da curare e approfondire con i bambini. Consigliato, quindi, nelle “Cineteche Didattiche” di ogni classe, a patto che ci si lavori con attenzione alla sua conclusione.
Nel momento in cui scrivo, sta per uscire un nuovo film, ma Jordan non dovrà preoccuparsi di difendere la sua reputazione, giacché, con questo film, si è certamente conquistato un posto fra i grandi dell’animazione.
Per vedere un piccolo assaggio di questo cartone, qui potrete trovare un breve filmato.
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Vi ringrazio come sempre per l’attenzione e vi auguro un buon proseguimento. Alla prossima!