Cultura Generale

Sant’Angelo (Vt), il “paese delle fiabe”

Dopo più di due mesi di assenza… eccomi nuovamente con un bel racconto da scrivervi, un’esperienza vissuta in un sabato di sole fra le meraviglie della Tuscia viterbese. Con grande gioia, condividerò con voi la mia giornata e le mie impressioni su sant’Angelo, il “paese delle fiabe”.

Qui il link della pagina Facebook ufficiale.

Un paese meravigliosamente normale

Iniziamo con qualche premessa. La prima cosa che notai fu la strada chiusa. Già. “Quanto disterà il paese?” Fu la prima domanda alla mia signora. Rimase sospesa, poiché in breve eravamo pronti per camminare e percorrere quella discesa così ricca di aspettative in direzione del “Paese delle fiabe”. Dopo pochi minuti, ecco il primo “murales” fiabesco: un pifferaio, una ragazza con una pianta in mano e il titolo della storia appena sotto un citofono: “Rosmarina”. Le cose cominciavano a farsi interessanti.

paese delle fiabe

Ecco allora i miei figli cominciare con le domande: chi era quello, chi era quell’altro… e non avevamo incontrato che un solo “disegno”! Proseguiamo il cammino ed eccoci alle porte del paese delle meraviglie… nel senso vero del paragone, visto che di fronte a noi una enorme Alice ci guardava assieme a un bellissimo coniglio bianco.

Una “realtasia”…

La strada si divideva in un bivio: dove andare? Qui una piccola critica, ma proprio leggera: qualche cartello o una mappa “ufficiale” aiuterebbe molto il turista a non perdersi nulla delle fantastiche scene sparse in tutte le vie. Dopo qualche rapida foto, percorriamo una discesa dove ad attenderci c’era niente po’ po’ di meno che… Willy Wonka con i suoi biglietti dorati! Dolci, lecca lecca e caramelle contornano il protagonista in una gioiosa festa all’insegna del divertimento.

Ancora avanti arriviamo una delle mie storie preferite: una mongolfiera, un treno… e dei disegni ancora in “working in progress”… e “il giro del mondo in 80 giorni” è servito tutto per me! Immancabile la foto con tanto di condivisione tramite piattaforma istituzionale con tutti gli alunni… intenti a leggere proprio in quel mese l’omonimo libro.

Finalmente il primo negozietto: cosine carine fatte in casa, alcune interessanti altre semplicemente marketing… ma nel complesso apprezzabile. Lodevole la cortesia della proprietaria che, oltre a fornirci qualche caramella, ci consegna una mappa alternativa delle vie, tracciata a mano e fotocopiata.

Grazie al nuovo strumento di orientamento, eccoci pronti per i murales anche più nascosti: “la Bella e la Bestia”, “La spada nella roccia”, “Biancaneve” e “Cenerentola”… solo per citarne alcuni. Un bellissimo viaggio fra le fiabe più belle che certamente i miei figli, e non solo, hanno apprezzato.

paese delle fiabe

La nascita di questa iniziativa

Sant’Angelo deve certamente ricevere i complimenti per l’idea e l’impegno che sta portando avanti da pochi anni. Molti dei disegni sono ancora in lavorazione e tanti altri sono in cantiere.

Ma la determinazione è chiara.

Il paese era fra i tanti a forte rischio di spopolamento… era per l’appunto. Immerso nella Tuscia viterbese, è collegato c on strade asfaltate ma, anche, piuttosto malandate (ma per chi viene da Roma sono praticamente nuove).

Nel 2017 ecco l’idea magica: perché non trasformare un tipico e meraviglioso borgo italiano in un fiabesco centro “dei sogni”? In poco tempo ci si muove con le idee già chiare: pochi artisti, l’associazione ACAS (associazione Cultura Arte e Spettacolo) e la volontà degli abitanti di mettersi in gioco.

Un grande libro a cielo aperto, una semplicità spiazzante in questo mondo sempre alla ricerca di qualcosa. Non solo pittura: bassorilievi, rocce ad hoc (con una spada incastrata all’interno) o mosaici mozzafiato

Un progetto fanta-sostenibile

Ma come ogni cosa, non vive di sola aria. Il progetto viene portato avanti “a vista”, con quanto ricavato soprattutto dal turismo, in particolar modo in questo periodo di pandemia. L’autofinanziamento è la base del ricavato, bussolotti sparsi nelle vie suggeriscono timidamente al turista di contribuire attivamente a quel sogno che in tanti stanno portando avanti. Un dono prezioso, piccolo, per un bene comune che, secondo chi vi scrive, deve assolutamente essere salvaguardato.

Personalmente mi piace citare sempre una frase: ai tempi dei nostri nonni, le cose (e le relazioni) piuttosto che buttate venivano continuamente riparate. Ecco, qui nel paese delle fiabe anche questo concetto trova il suo adempimento. I lavori non hanno richiesto nuove costruzioni o distruzioni, ma ogni storia è stata “lavorata” su materiale già esistente, ristrutturato o abbellito, al fine di rispettare l’antichità e la magia delle vie di “una volta”.

Noi adulti sempre bambini

paese delle fiabe

Naturalmente anche il turista ha il suo ruolo preciso: in questi anni di viaggi “mordi e fuggi”, nei quali si divora avidamente senza gustare i luoghi visitati, il paese delle fiabe deve essere assaporato con calma. Ogni via ha il suo aroma, la sua dolcezza e, perché no, il suo retrogusto amaro. Le fiabe sono la materializzazione delle nostre paure, delle nostre gioie e di quello che, forse, vorremmo esistesse nella vita reale. Ognuno di noi ha un bambino che grida con forza dietro quella porta nel quale lo chiudiamo, lo nascondiamo con la paura che si mostri “agli altri” facendoci vergognare. Una volta adulti non ci si può perdere nelle fiabette, nelle storielle o nei sogni… bisogna essere reali, concreti, produttivi.

Sant’Angelo va contro questa violenza: intende essere il passe-partout per la nostra anima. Il paese delle fiabe è la chiave di volta grazie alla quale far scoprire a noi stessi e agli altri che divenire adulti non significa cancellare il proprio passato di fanciullo: è evolverlo, certo, ma mantenendone i sogni, le speranze, le gioie e, soprattutto, la capacità di meravigliarsi ogni giorno di ciò che abbiamo davanti.

Tornando alla macchina, dopo la lunga passeggiata

Dopo due ore abbondanti, i bambini sono, giustamente, stanchi, e l’ora del ritorno si fa sempre più vicina. Ripercorriamo quelle vie un’ultima volta, rivolgendo lo sguardo su quei disegni così semplici ma, al contempo, ricchi e inestimabili. Risaliamo la strada fatta all’andata, salutando Alice e Willy, ammirando un’ultima volta il pifferaio e Rosmarina.

Ecco lì la nostra macchina. I bambini sono felici e i loro genitori, forse, ancora di più. Abbiamo passato una bella giornata assieme, mano nella mano, lo sguardo sempre rivolto in alto, fra i sogni, nella speranza che questi continuino ancora per molto a costellare i nostri cuori.

Vi ringrazio per il tempo e l’attenzione. Nel caso in cui siate interessati a ricevere una volta al mese (se non ogni due…) la newsletter basta lasciare il proprio indirizzo nell’apposito form (nella colonna destra da PC, nella finestra a discesa del menù da mobile). Buon proseguimento!

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