The Game
Quale libro scegliere per aprire i post della sezione “adulti” (adulti nel senso grandi di età!) dello “Scaffale”? Fra i numerosi a mia disposizione, ho selezionato un libro di recente pubblicazione: “The Game” di Alessandro Baricco.
Breve trama
Baricco intraprende un lungo viaggio attraverso l’evoluzione digitale e sociale dell’uomo negli ultimi 40 anni. Nelle vesti di un esploratore, scopre e analizza alcuni passaggi più o meno notati dai più per evidenziare come il pensiero di oggi, quello del “tutto facile”, “tutto subito”, “dell’accessibile per tutti” non sia nato né per caso né volutamente, ma sia stato una conseguenza di una infinità di variabili che nessuno aveva previsto, neppure i pionieri del mondo digitale.
Ma andiamo con ordine.
Scorrendo semplicemente l’indice, possiamo osservare la mappa che Baricco man mano disegna nel suo libro, partendo dalle prime console “domestiche” sino ad arrivare ai prodotti prodigio di cui possiamo godere oggi tutti quanti.
La tecnologia ha modificato radicalmente le nostre abitudini, il nostro modo di pensare, ha creato una vera e propria cultura. Questa “rivoluzione”, come la chiama l’autore, ha aumentato esponenzialmente l’accesso al sapere. Ciò ha destabilizzato tutte quelle categorie prima “d’élite”, detentrici di conoscenze utilizzate per scopi più o meno costruttivi.
Il Novecento, cogliendo alcune perle del libro, è stato il secolo delle ideologie, delle correnti di pensiero in possesso, appunto, di alcuni gruppi di persone che le utilizzavano a proprio piacimento. La rivoluzione digitale, al contrario, ha reso accessibile quel sapere prima proibito e ha disintegrato le ideologie, in favore di una legge più pratica, concreta. Il pragmatismo del “Game” capovolge del tutto il modo di pensare, in un modo che cercherò in breve di parafrasare.
Perla da dover raccontare…
Prima della rivoluzione, per ottenere un risultato bisognava faticare, studiare, sudare. Questo ci è sempre stato insegnato. Dopo tanto lavoro finalmente si arrivava alla meta tanto attesa, il premio. Ora immaginiamo tutto questo come una piramide: dalla base dovevamo salire sino in cima. Che fatica.
Oggi è diverso. Capovolgiamo la piramide. La punta al posto della base. Ecco, qui è uno dei concetti più belli che io abbia mai letto. Il premio subito, immediatamente, in modo semplice, senza fatica. Tutto il lavoro dietro (programmatori, ingegneri digitali, sviluppatori, ecc.), oltre il premio e, quindi, da esplorare solo se necessario. Solo se… ma tanto ciò che volevamo lo abbiamo già ottenuto.
Fantastico.
Commenti e pensieri
Potrei continuare ancora per molto ma sarebbe piuttosto superfluo. Leggerlo direttamente dall’autore è decisamente più intrigante, soprattutto per lo stile ironico e colloquiale che Baricco utilizza. Passiamo quindi, in breve, a ciò che penso di “The Game”.
Il lessico è straordinario: divertente, di livello e spessore, curato. Difficilmente possiamo trovare autori del genere fra i più recenti. Uno stile accattivante che ti guida nella lettura di un lungo testo (336 pagine intense) grazie anche a una serie di mappe “concettuali” che Baricco utilizza per piantare alcune bandierine della rivoluzione.
I ragionamenti sono chiari, cristallini. Difficilmente dovrete tornare indietro per capire di cosa stia parlando. Forse, a mio parere, la cosa più difficile è uscire da una mente “rigida”, del Novecento come la chiamerebbe “The Game”. Un pensiero arroccato nelle sue ragioni, che non lascia spazio ad altro che non sia se stesso. Superato questo scoglio, forse potremo intravedere alcune ragioni effettivamente logiche, senza pregiudizi o stereotipi. Una bellissima frase che mi è rimasta impressa afferma come non sia il “Game” a dover tornare indietro all’umanesimo, ma debba essere questo a sbrigarsi e recuperare la strada perduta. Il progresso non aspetta, non ha mai aspettato.
Dobbiamo trasformarci, evolverci. Lo facciamo da secoli ma solo da pochi decenni cominciamo a preoccuparcene. Probabilmente perché abbiamo paura non tanto di quanto potrà accadere, quanto del terrore di dover lasciare (soprattutto per alcune categorie di persone) il proprio posto d’élite per condividerlo con gli altri, con tutti coloro che grazie al “digitale” possono ora raggiungere e utilizzare.
Adatto a chi “c’è da prima” e a chi “ci è nato”
“The Game” è un bel libro sia per coloro che stanno vivendo il cambiamento sia per quelli che in questa rivoluzione ci sono nati. Nel primo caso perché offre un excursus di dati e fatti, come piace tanto ai “grandi”, con descrizioni e riflessioni più che interessanti e profondi, descritti sia oggettivamente che soggettivamente, dividendo naturalmente i due piani. Nel secondo perché mostra qualcosa che, purtroppo, anche noi della vecchia guardia oramai facciamo spesso senza accorgercene: diamo tutto per scontato. I “Millenials” spesso rifiutano tutto ciò che è venuto prima di loro, non capendo che, senza la storia e i fatti in essa avvenuti, si rischia di divenire semplici fruitori passivi del presente, senza reali idee e progetti per il futuro.
Lo consiglio a tutti coloro che vedono nell’era digitale un pericolo, un ostacolo o una semplice incognita. Come molte paure, anche l’incognita del futuro può immobilizzare, ma è solo una delle due reazioni della paura. L’altra è agire, reagire, scontrarsi, lottare. Baricco non si tira indietro e offre a chi intende lottare un confronto sano, basato, come già scritto, non su ideologie ma su fatti, eventi, date, aziende e nomi.
E quindi…
Baricco con “The Game” ha scritto un capolavoro: bello, interessante, profondo ma ironico. Non si perde in discorsi vuoti ma rimane pratico, quasi uno storico digitale degli ultimi 40 anni. Un libro da leggere e regalare, su cui riflettere e parlare con ragazzi e coetanei perché riguarda noi, riguarda la nostra vita. E quella del nostro futuro.
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Vi ringrazio per il tempo e vi auguro buona lettura!