La Matita
Analogamente alle Matite Colorate, anche le sorelle “grigie” hanno caratteristiche uniche, peculiari… importantissime al fine di supportare al massimo le attività dei bambini (e non solo!). Purtroppo, sempre similmente alle parenti, la matita non può essere presa “a caso”, ma secondo l’uso specifico che se ne andrà a fare. Mettiamo subito in chiaro una cosa: non sarà trattato in questa sede l’universo delle matite portamine (nonostante a me piacciano tanto). Detto ciò, entriamo nel vivo dell’articolo e… buona lettura!
La Matita, questa illustre sconosciuta
Confermiamo quanto già scritto in passato: i materiali scolastici, fin troppe volte, sono sottovalutati o, peggio, sconosciuti. Si comprano oggetti in scaffali così pieni e vari che inebetiscono il compratore più comune, certo che le parole “offerta”, “nuovo” o “consigliato da” renda quel prodotto migliore degli altri.
Purtroppo non è così.
Facciamo un parallelo: devo comprarmi una macchina, ho di fronte a me due scelte: scelgo quella più utile ma, magari, meno appariscente o quella fantastica, super prestante, ma piuttosto inutile nella pratica. In quest’ultimo caso, vivendo in una città come Roma, sarebbe davvero fuori luogo girare, per la vita quotidiana, con una Ferrari o una Lamborghini, giacché, per quanto rumore possa fare il motore o luccicare le lamiere, sempre nel traffico dovrai trovarti a fermare e attendere. Nel primo caso, nonostante tutto, sarai contento dell’acquisto fatto perché, perlomeno, non sarai reputato un egocentrico come quello davanti a te col Ferrari (ma che fa il traffico come te).
Cosa voglio dirvi con questo… sicuramente che potete sentirvi liberi di comprare una Ferrare nel caso lo vogliate; oltre ciò, che spendere soldi su soldi in materiali griffati, famosi, ma non calati nel lavoro che dovrà fare l’utente, saranno solo sprecati. Che la vostra Matita sarà una “Giotto”, una “Maped”, “Faber Castell” o altro… potrebbe andar bene, oppure no. Certo è che, per quanto riguarda l’aspetto economico, la marca può valer molto; per il resto, bisogna saper leggere, guardare… e conoscere. Vediamo nel prossimo paragrafo qualche dettaglio più approfondito.
Tutti per una, ma non una per tutto
Ecco la parte che più in assoluto preferisco: la descrizione delle diverse mine della Matita. Quest’anno sono in una Prima Primaria e l’uso di questo strumento è assolutamente prevalente rispetto a tutto il resto. Normalmente, cercando di ricordare i vecchi cicli, i miei alunni non utilizzano la penna (e parliamo della stilografica ovviamente!!!) fino a gennaio inoltrato, fermo restando che ogni classe è differente e con differenti bisogni.
Ecco allora, volendo fare una semplicissima distinzione, le tre principali tipologie di mine.
“Durezza” e “Morbidezza”
Matite “dure”, simbolo “H“: molto chiare, con mine resistenti all’usura, che necessitano di essere temperate poco. Perfette per il disegno tecnico, poiché non fa sbavature, e piuttosto utile ai mancini per il pericolo di passarci sopra la mano scrivente. In mani esperte, le “H” sono adatte per la bozza da dover coprire con colori o altro. In una Prima Primaria le sconsiglio sempre, poiché, essendo molto chiare, il bambino spingerà molto sul foglio per vederne il tratto, rischiando di bucarlo. Altro elemento negativo in una Prima: non si cancella bene e ciò ne rende difficile la ripetizione dell’attività a seguito di errori o cancellature.
Matite “ibride”, simbolo “HB”: Potremmo dire la Matita per scrivere, la più comune in commercio. Proprio per le sue caratteristiche “di mezzo”, si cancella abbastanza bene, il tratto è piuttosto visibile e non si consuma troppo velocemente. Le sbavature sono presenti, ma non come le colleghe “morbide”. A me personalmente non piacciono, perché non sono né carne né pesce, ma non nego la loro utilità.
Matite “morbide”, simbolo “B”: Ecco le mie preferite. Le ritengo perfette per iniziare l’arte della scrittura: scurissima, che non necessita di pressione, facilmente cancellabile. Certo, sbava molto ma il gioco vale la candela. La Matita “B” è fluida, adatta al disegno libero; oltre ciò, grazie a queste caratteristiche, è possibile lavorare sulla pressione, molto importante al fine di evitare che il bambino “spinga” la matita (e poi la penna) più del dovuto, stancando molto presto la mano e tutto il braccio. Grande pecca: durano poco… dato che bisogna temperarle continuamente.
“Sottodurezza” e “Sottomorbidezza”
Eccoci quindi nel “sottomondo” sconosciuto ai più (e non nego in gran parte anche a me). Un artista o un disegnatore saprebbe di certo fornire informazioni precise e dettagliate ma, per quanto concerne la scuola primaria, questo paragrafo serve principalmente a tranquillizzare noi poveri genitori spesso alle prese con un’offerta decisamente più alta della domanda.
Vi è mai capitato di andare in una cartoleria (non parlo di supermercati perché la scelta è piuttosto limitata) e sentire la frase: “certo signora, abbiamo le B, dalla 2B alla 9B. Quale vuole?”
Occhi sgranati, sudore, mani tremolanti. Panico.
“Quante “B” ha detto mi scusi?” Potrebbe essere la risposta goffa nel tentativo di capire se ci stia prendendo in giro o no. Scherzi a parte, per noi del mondo primaria tutta questa scelta non è utile, anzi. Per scrivere ci basta una “2B”, un matita “HB” per chi ha poche pretese o una “H” nel caso di usi ben specifici. Per le mine dure esiste una suddivisione simile, quindi vale un discorso analogo. Ultimamente ho trovato anche le “2HB”, ma sinceramente non saprei fornirvi la differenza fra quella con o senza “2”…
Detto ciò, dal cartolaio non spaventatevi, anche nel caso in cui questi vi guardi ghignando nella certezza di aver trovato una vittima (ossia voi). Sappiate che più si aumenta il numero, più quella matita avrà le caratteristiche sopra descritte marcate. Quindi, ad esempio, una “9B” sarà estremamente scura, con sbavature enormi, estremamente cancellabile. Caso opposto per la lontana “9H”.
Oltre la mina… forma e materiale!
Piccola parentesi sulla forma. La matita non è più oramai solo tonda, ma esagonale, triangolare, ottagonale, ecc. ecc. Personalmente ritengo le triangolari molto utili all’impugnatura di una Prima Primaria, poiché ben si sposa con la posizione delle dita (indice e pollice sopra, medio sotto che regge il tutto). Non che le altre forme siano sbagliate… ma ognuno ha le sue piccole manie e io sento di preferire la matita a forma triangolare a tutte le altre, meglio ancora se con “grip” vicino la punta, ossia piccoli tondini gommati antiscivolo per evitare che le dita finiscano praticamente sulla mina.
Per quanto concerne il materiale. Il legno è certamente il prodotto più comune, ma si stanno diffondendo sempre più soluzioni di plastica o misto. Anche in questo sono molto tradizionalista: belle le matite gommose, che si piegano e non si spezzano… ma un bel pezzetto di legno, associato a un temperino di qualità, sono sempre ben apprezzati. State attenti: qui la marca può fare la differenza, poiché matite di scarsa qualità non si tempereranno o, peggio ancora, avranno una mina pessima nel tratto e nella resistenza.
Torniamo alla “forma”. Analogamente alle matite colorate, anche quelle grigie possono avere mine più o meno spesse. Per tutta la Primaria il mio consiglio è sempre lo stesso: più è grande la mina, più potrebbe durare. Se guadagnassi 1 cent per ogni matita caduta al giorno, sarei già ricco alla prima settimana di scuola. Le più comuni sono da 1,8/2 mm, mentre quelle più resistenti si attestano a 3,8 mm se non di più. Ovvio il discorso che, nel caso di un acquisto così mirato, il supermercato sia il posto più sbagliato. Una buona vecchia cartoleria (anche al posto di Amazon) può essere davvero il Paese delle Cartomeraviglie… basta saper scegliere con un po’ di critica.
In sostanza… con la marca?
La risposta è… dipende, come spesso succede. State pur certi di una cosa: le sottomarche o le matite “dei supermercati” non potranno mai eguagliare un buon prodotto di cartoleria. Costo diverso? Beh, varrà certamente la pena.
Senza voler fare una carrellata di marchi come fatta per le “colorate” (poiché il discorso è comunque diverso), direi che un po’ tutte le marche “inflazionate” possono offrire la matita che fa per voi. Staedtler, Faber Castell, Fila, Giotto… non sono molto differenti fra loro, a parità di caratteristiche ovviamente (nell’ultimo capitolo le rivedremo brevemente). Da qualche anno, sono un po’ “in fissa” con la “Maped”, azienda francese solida, con prodotti di qualità e, soprattutto, adatti a ogni bisogno. Solo per quest’ultimo caso, vi suggerisco l’acquisto della “Blackpeps“, semplicissime matite triangolari e resistenti.
Prendete la matita e scrivete
Eccoci quindi alla fine del nostro piccolo approfondimento. Cosa possiamo guardare quando ci serve un semplice strumento come una matita? A parer mio questo: che sia di qualità (quindi niente 245 pezzi a 1 euro), possibilmente di legno, con mina almeno da 3 mm, durezza “B” o “2B” e con impugnatura triangolare. Attenzione: non sono indicazioni universali, perché ad ogni matita può corrispondere un uso diverso… diciamo che suggerirei queste caratteristiche a una scuola Primaria, soprattutto nel primo biennio.
Questo articolo fa parte della sezione “Corredo Scolastico“, nella quale troverete altre recensioni di prodotti scolastici.
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Buon proseguimento!