Io sono Leggenda
Ecco un bel classico, e spesso neppure troppo, da leggere assolutamente, che si ami o no il genere “apocalittico/horror”. Certo, “Io sono Leggenda”, di Richard Matheson, non è forse il libro più piacevole sotto pandemia da COVID, essendo la storia di un batterio che ha trasmutato tutti gli uomini in vampiri, ma ce ne faremo una ragione e cercheremo di vedere lo stile, la semplicità e le trasposizioni nei media.
Io sono… la Storia
Robert Neville è l’ultimo “uomo” sulla Terra, abitata ormai da soli vampiri assetati di sangue. Robert ne è consapevole e cerca di vivere come può. Di giorno, momento nel quale i vampiri sono in un torpore che li rende quasi inermi, esce dalla sua casa-fortezza per recuperare il necessario per vivere e organizzarsi, ripara le parti esterne della casa danneggiate durante la notte e uccide qua e là i vari “mostri” che scova in ogni dove. Di notte la situazione cambia. I vampiri si animano, camminano e vogliono lui, vogliono il suo sangue. Calato il sole, la sua casa viene assalita da decine di nosferatu con il solo intento di stanarlo.
Questa è la quotidianità di Robert.
Neville, però, non vuole arrendersi a questo destino così prepotente e vuole lottare, capire, darsi spiegazioni e, se possibile, soluzioni. Fra profonde depressioni e prodighe scoperte, studia ogni informazione, evento, dato possibile per capire chi, o cosa, sia il vampiro. Ha delle debolezze, delle paure, può morire ma, purtroppo, non ne comprende ancora i perché. Grazie alla sua determinazione, riesce a scoprire molte cose interessanti, dalla nascita del “mostro”, causata da un batterio, alla sua rapida diffusione in tutto il pianeta, senza che nessuno avesse potuto farci nulla, dalla loro morte causata dal sole, all’intolleranza all’aglio. I vampiri non sono tutti uguali, ci sono quelli “vivi” e quelli “morti”, quelli che temono le croci e quelli che odiano la Torà. Purtroppo, però, la conclusione è sempre la stessa: lui è l’unico uomo in tutto il pianeta.
O forse no?
In una giornata qualsiasi, vede una donna… e di giorno! Non può essere un vampiro, porta una croce sul petto… ma è passato troppo tempo dall’ultima volta che ha avuto compagnia, la diffidenza si fa strada.
Io sono…l’ultimo uomo sulla Terra
Il “format” di “Io sono Leggenda” è fra i più classici: un batterio ha maledetto il pianeta estinguendo gli uomini e trasformandoli in vampiri, secondo solo alla società post-atomica dei cartoni giapponesi degli anni ’90. Ma perché allora questo romanzo è divenuto qualcosa di “leggendario”? Beh, vorrei spiegarvelo tramite due paragoni.
Primo paragone: un film in bianco e nero, “La Parola ai Giurati“. Bello, oggigiorno forse noioso per i più. Tutto il film, eccezion fatta per l’inizio, si struttura all’interno di una stanza, nella quale 12 persone devono decidere il destino di un imputato accusato di omicidio. Tutto qui. Il film non offre effetti speciali, combattimenti straordinari o grandi scene più o meno computerizzate: solo 12 persone che discutono in una stanza. Punto. Ma bello.
Secondo paragone: un epico classico, “Assassinio sull’Oriente Express“, OVVIAMENTE quello del 1974. Qualche scena iniziale per spiegare la storia, poche introduzioni in hotel o stazioni, ma il fulcro è il treno. O meglio: un vagone, quello ristorante. Ecco quindi un altro film senza alcun effetto straordinario, solo persone, dialoghi, sguardi e attese. La soluzione all’omicidio è lì, dentro quel vagone bloccato dalla neve.
Cosa c’entrano questi due film con “Io sono Leggenda”? Molto, perché è proprio qui il segreto di questo bel libro: pochi personaggi, ma ben curati; dialoghi quasi inesistenti, ma ricercati; ambienti raccontati con cura, ma senza perdersi in pagine descrittive tedianti. Con questi ingredienti, un format “ordinario” è stato trasformato in straordinario.
Io sono… un giusto equilibrio di ragione e pazzia
Fra le cose che ho apprezzato di più, c’è sicuramente l’abilità di Matheson nel gestire in modo magistrale l’equilibrio mentale del protagonista, che ricordo essere l’unico uomo sulla Terra. Pazzia, ragione, depressione, gioia e disperazione… tutto questo si alterna nella realtà che Robert fa sempre più sua: l’impossibilità di cambiare la sua “ordinaria” vita di sopravvivenza. Di giorno deve riparare il suo rifugio, cercare i materiali necessari per vivere e, nei momenti più “scientifici”, scavare oltre la leggenda dei vampiri per trovare quella motivazione per la quale l’uomo si è estinto.
Bello soprattutto un passaggio: dopo settimane di studio, prendendo libri nell’abbandonata biblioteca universitaria, comprende l’origine della pandemia, ossia un batterio, che compie diverse trasformazioni all’interno del corpo/vittima a seconda del tempo. Questo lo entusiasma, lo rende esuberante: pagine di soddisfazione, di cieca dedizione allo studio dei dati necessari per rendere quella teoria sempre più vera… sino alla più triste considerazione: nulla di più inutile ora che nessun altro uomo può ascoltarlo e salvarlo.
Riprendendo l’inizio di questo paragrafo, ho apprezzato, dicevo, gli stati altalenanti della mente di Neville. Matherson è stato davvero abile a non rendere la sua “leggenda” né pazzo né cinico, né depresso né incosciente. Robert ragiona, racconta, riflette e fa dell’autoironia, spiegando qua e là i retroscena della storia “presente”. Vi ritroverete a condividere con il protagonista le paure, le emozioni e i sentimenti più tipici degli umani, in un mondo dove, oramai, si ha una sola necessità: sangue vivo.
Io sono… una storia per tutti
Lo stile di “Io sono Leggenda” è semplice, chiaro, davvero alla portata di tutti. Per quanto possa sembrare “psicologico” o “introverso”, quasi da “azzeccagarbugli”, il libro offre una narrazione bella, discorsiva, quasi da bambini, se non fosse che il tema è tutt’altro che fiabesco. Lo si può leggere in poche ore, poiché ti coinvolge e non ti stanca, non ti fa tornare indietro perché troppo difficile, non deve darti delle pause per riprenderti dalla fatica di leggerlo. Scorre, corre ma, al contempo, si ferma nei momenti giusti, ti fa guardare intorno e vedere dove sei arrivato, per farti gustare al meglio il “viaggio” compiuto e quello che fra poco ricomincerai.
Una narrazione per tutti, perché umana nello stile e nelle parole, perché esprimente di vita vera e quotidiana. Le emozioni sono condivise con il lettore perché alla sua portata, perché “portato” dall’autore a viverle come se fosse lui stesso Neville.
Subito prima di “Io sono Leggenda” lessi “Frankenstein”. Il paragone è stato immediato. Il secondo è interessante, introspettivo e crudele, ma più complesso, forse solo per quei lettori interessati al genere o con il chiaro obiettivo di leggerlo. Il primo no: che voi siate o no novelli lettori, “Io sono Leggenda” è un racconto immediato che colpisce al cuore e alla mente, nudo e puro senza molti fronzoli.
Io sono… Leggenda
Eccoci quindi alla parte finale del nostro articolo. L’ultima cosa su cui vorrei riflettere è proprio il titolo.
Concentriamoci un attimo sul film del 2007, con protagonista un formidabile Will Smith. In questa terzo film basato sul romanzo, Neville è uno scienziato alla ricerca di una cura, nella paura di essere davvero l’ultimo uomo sulla Terra. Non vi racconto il finale, ma vi anticipo che sarà piuttosto differente da quello del libro.
Perché vi dico questo? Il film esprime con maggiore chiarezza il significato di “leggenda”: l’unico uomo contro un mondo di vampiri, una lotta senza sosta alla ricerca di una cura, la determinazione nel lasciare alla storia un qualcosa che salverà l’esistenza del genere umano. Essere “Leggenda” perché capace di qualcosa di straordinario e fantastico, che prima di allora nessuno era riuscito a fare.
Ma c’è un’altra interpretazione possibile.
Partiamo da una domanda: cosa è la normalità? Il libro esprime bene questo concetto: qualsiasi cosa sia pensato dalla maggioranza delle “persone”. Riflettiamo ora su questo: chi è il mostro e chi il buono? Il vampiro o l’unico essere umano della Terra? Ecco quindi aprirsi la seconda concezione di “Leggenda”: non qualcuno di straordinario, ma colui che entra nell’immaginario di fantasia di tutti gli altri. Neville, suo malgrado, diviene così il “novello Dracula” al contrario, il mostro che spaventa i vampiri perché diverso da loro, appartenente a una società morta ed entrata nel mito, o meglio, nella “leggenda”.
Bello.
Io sono… arrivato alla conclusione
Eccoci quindi al finale. Volendo fare una sintesi, “Io sono Leggenda” è un titolo bello, coinvolgente, classico ma diverso. Possiede uno stile semplice, chiaro, comprensibile, profondo ma, al contempo, non noioso. Il protagonista viene sviscerato nelle profondità dell’animo, ma il lettore non ne rimarrà annoiato, anzi, prenderà su di sé le sue stesse gioie, sofferenze, entusiasmi e delusioni. Il finale è senza esplosioni, effetti speciali o colpi di scena, ma rimarrà impresso nelle vostre menti.
Richard Matheson ha fatto davvero un bel lavoro con questo libro, che consiglio assolutamente già dall’adolescenza, come apripista al genere horror/apocalittico sempre difficile da trovare entro certe qualità.
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Buon proseguimento a tutti!