Il tempo degli spiriti
Buongiorno a tutti! Eccomi nuovamente a scrivere nella “mia” sezione, nella quale provo ogni volta a condividere con voi i restroscena o le impressioni sui libri che scrivo. Oggi, voglio parlare de “il tempo degli spiriti”, una storia di Natale, diversa, malinconica e, purtroppo, spesso molto reale.
Semplice storia di una signora o una storia di una signora semplice?
Il Natale è una di quelle festività che amo di più, nonostante mi trasporti sempre in riflessioni e pensieri diversi “dai soliti” del periodo. “Il tempo degli spiriti” è uno dei miei racconti più vecchi, ispirato dalle passeggiate che facevo in solitudine dopo la chiusura delle scuole. Vie illuminate da luci colorate, gente affollata davanti le vetrine alla ricerca dell’ultimo regalo… e io che guardavo tutto. In certe situazioni mi piace osservare, studiare gli altri, notare anche i più piccoli particolari. Il Natale è, per eccellenza, la festa della famiglia, dello stare insieme, vero. Anche il proverbio lo dice da sempre “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi“.
“Popolarità” a parte, “Il tempo degli spiriti” vuole narrare il pomeriggio di una signora, anziana e sola, mentre passeggia per le strade meno affollate, sino a tornare a casa dove nessuno la sta aspettando. Viene notata, però, da uno spirito, il quale non comprende come durante il Natale possa esserci una donna così sola, poiché tutti si rivedono a Natale. La segue, la osserva e ne rimane dispiaciuto, afflitto, poiché, come ho detto, non conosceva questa realtà “alternativa”.
Lo spirito arriva quindi alla festa dove era stato invitato, nientemeno dai fratelli del Natale “Elatan” e “Ailgimaf”. Qui racconta prima all’uno, poi all’altro la vicenda vissuta. Purtroppo, non trova nel primo la comprensione che sperava, venendo deriso per l’inutilità di tale riflessione durante la sua festa, votata al divertimento, ai regali e allo sfarzo. Il secondo, al contrario, lo ascolta con pazienza e si mette in gioco in prima persona, facendosi accompagnare dalla vecchia signora. Qui, vedono la vita silenziosa e invisibile della donna, la quale, alla sola luce del proprio lume, lavora a maglia le calze per i suoi “nipotini”.
Tornano alla festa, e i due fratelli cominciano a discutere…
La festa della famiglia, quando si ricorda di te
Un titolo cattivo, quasi cinico. Bene, e sia. Con la parrocchia ho partecipato per più di 15 anni al Capodanno con gli anziani, con coloro che non avevano altri con cui passare il “cenone”. Ho visto tante realtà, tutte diverse e alcune di queste mi hanno fatto soffrire molto. Condivido con un aneddoto che penso ricorderò per sempre.
In uno di questi tanti cenoni, mi trovavo a fare da “servizio d’ordine” intorno all’una e di notte. Gli ospiti stavano man mano tornando a casa, chi in macchina e chi a piedi e proprio in quel frangente ascoltai una signora parlare al telefono tutta emozionata. “Ti rendi conto? Ho in mano un cesto grandissimo con un sacco di cose, ho vinto alla tombola capisci? Non ho mai vinto nulla nella mia vita, sono felicissima“.
Non è questa per caso una delle frasi più crudeli che possiate sentire? Io c’ero, l’ho vista e sentita, non era una battuta. Quella signora era davvero emozionata, quasi piangente, per qualcosa che molte altre volte non viene neppure apprezzato, perché magari si voleva di più. In questi Capodanno si inserisce “Il tempo degli spiriti”, poiché potrebbe essere la storia di ognuna di quelle signore (metto il femminile solo perché gli ospiti maschi erano molto pochi), sole e spesso “dimenticate”, che si emozionano per qualcosa che molti considererebbero “poco” se non “insufficiente”.
Ascoltare le loro storie
Molte sono le storie che ho ascoltato da quelle donne (e uomini). Storie di famiglie non più presenti o, peggio, “solo” assenti, che vidimano il biglietto con la telefonata il 25 dicembre tanto per dire “mi sono ricordato di te”. Per il resto? Solitudine, tranne forse per qualche amica, che a quell’età spesso non sono più tante, o per quei centri di aggregazione come le parrocchie che possono offrire, solo ogni tanto, qualche svago.
Ricordo in modo vivo i sorrisi durante le tombole, la gioia di poter urlare la vincita, gli occhi sgranati non per il premio, ma perché in quel momento si è al centro dell’attenzione, finalmente qualcuno “mi nota“, “esisto“. Essere lì, ad ascoltare le storie sempre infinite di queste ospiti, durante le quali vuoi trovare una scusa per allontanarti perché “sai ragazzo, non bevo vino perché mio nonno, da giovane, stillava di nascosto la grappa durante la guerra, poi un giorno…“. Un po’ come i bambini… Mi piace quanto letto una volta: “Dio ci ha donato due occhi e due orecchie per poter vedere e ascoltare, e ricordare (portare al cuore) due volte; di bocca, però, una sola, perché vada utilizzata solamente quando necessario, quando utile.
Una dedica a tutte voi, care signore
Spesso mi sono ritrovato ad affermare che non potrei mai fare assistenza agli anziani. Con i bambini, chiedetemi ciò che volete, ma con gli anziani non si deve andare oltre una soglia. Non sarei d’aiuto, mi rattristerei a sentire quanto la vita a volte sia beffarda con certe persone. Nel Natale, la festa della famiglia, quest’ultima è proprio quella che sparisce, alla ricerca di feste, divertimento, perché “finite le vacanze si torna alla vita di sempre“. Fortunatamente il mondo è pieno di persone con un carattere più “adatto”, se mi passate il termine, che non si rattrista, che continua ad accogliere e aiutare, nonostante tutto.
Però una cosa per tutte loro, le ospiti, la voglio fare. “Il tempo degli spiriti” è malinconico, non ha il classico “e vissero tutti felici e contenti“. Ma lascia aperta una porta, fa in modo che il seme del cambiamento piantato dal protagonista possa crescere in altre persone, per far sì che il vero frutto del Natale si riproduca e si diffonda. Dedico a voi questa storia, per tentare di mettere al centro dell’attenzione di tutti le vostre storie, le vostre vite, la vostra sofferenza e, ovviamente, la vostra gioia di meravigliarvi ancora. Forse non riuscirò a mettermi in gioco di persona, ma non voglio mettervi da parte.
Le illustrazioni, un artista di rilievo
I disegni sono molto diversi da quelli solitamente conosciuti dai miei pochi lettori. L’artista, Alessandro Bassetti, è un talento con qualsiasi strumento gli si metta in mano, a condizione che trovi il tempo ^^. Non ho mai voluto far illustrare “Il tempo degli spiriti” ad altri, perché ho sempre sperato di farlo fare a lui. I suoi acquerelli sono delicati, morbidi ma chiari e netti. Rispecchia magnificamente la storia e il suo “umore”, un misto di sorpresa, malinconia e speranza. Bassetti ha saputo risaltare un racconto difficile e complesso, e lo ha fatto con grande maestria.
Personalmente lo conosco da decenni, andavamo alle superiori insieme, e vi assicuro che non eravamo una bella coppia! Poi fra una cosa e l’altra un po’ ci si è allontanati, ma mai troppo, poiché un po’ la parrocchia e un po’ le passioni comuni ci hanno sempre tenuto in contatto. Ancora ricordo con molto piacere quando andammo a Mantova alla fiera del fumetto, sostando da mio zio a Milano, lui per proporre disegni e io per girovagare fra stand e bancarelle. Quanto ci siamo divertiti!
Spero di poter continuare anche questi rapporti più “lavorativi”. Sarei onorato di poter contare su due magnifici artisti quali Alessandro Bassetti e Jessica Adamo. Ringrazio entrambi per la loro disponibilità, capacità e professionalità.
Un commento diverso
Proprio come la storia, anche il commento a “il tempo degli spiriti” è diverso da tutti gli altri. Molto personale, autobiografico, sicuramente vero. Nel caso in cui vogliate comprare questa storia illustrata, sappiate che non ha come target l’infanzia, o perlomeno non consideratelo come un libretto “passatempo”. È per chiunque voglia mettersi in gioco, chiunque voglia andare controcorrente, perché bisognoso di conoscere altro oltre l’ovvio. Spero vi piaccia e, magari, un commentino su Amazon o anche solo le stelle saranno certamente gradite dal sottoscritto.
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Vi ringrazio per il tempo e l’attenzione. Vi auguro buon proseguimento.