Il colore preferito
Senza alcun dubbio, questo 2019-2020 posso considerarlo pieno di sorprese, in bene e in male. Per quanto riguarda la seconda categoria, passiamo a piè pari oltre ma, per la prima, ecco per voi un terzo libro illustrato (dalla sempre bravissima Jessica Adamo), a colori e adatto a tutti i bambini. Parliamo de “il colore preferito”.
Qui la pagina commerciale del libro.
Questo articolo fa parte della sezione “L’autore“
Il colore… della storia
Guarda un po’, la storia si ambienta in un luogo non bene precisato (anzi per nulla), con al centro un bambino, soprannominato Pistacchio per via del suo colore preferito, e una famiglia di matite colorate, tanto simpatiche quanto scontrose l’una con l’altra.
Un giorno, due di loro cominciano a litigare su chi sia il preferito del padrone. La discussione si ingrandisce sino a che non si decide di organizzare una gara. La stilografica (guarda ancora un po’) viene eletta giudice “controllore”, mentre Pistacchio sarà colui che decreterà la gloria del vincitore.
Ogni colore deve produrre un’opera inimitabile, ma solo con le proprie forze, senza l’ausilio di altre sfumature se non quella personale. Dopo qualche giorno, vengono lasciati “casualmente” i diversi disegni in bella vista, così che Pistacchio possa vederli e scegliere il più bello.
Naturalmente le cose non vanno come previsto. Il bambino li guarda e li sfoglia, ma…
Il colore… per imparare a stare insieme
Prima di Natale, uno dei miei alunni mi disse: “Maestro tu sei un po’ fissato con le matite, ci hai scritto un sacco di storie”.
Che verità! Già, sono un po’ fissato, lo ammetto, ma non solo con le matite. Tutta la cancelleria mi ha sempre un po’ affascinato, incuriosito… e col lavoro che faccio di certo è difficile che possa passare!
Parliamo, però, del racconto. Come sempre, e come spero sempre sarà, non scrivo nulla se ciò non permette almeno una piccola riflessione. Ci tengo molto. “Il colore preferito” è una storia semplice nella quale i bambini possono facilmente riscontrarsi. Sentirsi migliore degli altri, più bravo, più intelligente o, ancor di più, pretendere di essere al primo posto nella graduatoria della figura di riferimento (nel mio caso del maestro). Fermo restando che spesso sono più i genitori che amplificano queste sensazioni piuttosto che i figli, è importante parlare sempre di quanto sia importante l’altro, colui o colei che abbiamo vicino.
Parafrasando le parole di Gesù potremmo dire: “Chi è il mio prossimo?” L’italiano, come spesso avviene, ci aiuta: “il più vicino, che viene subito dopo” [Treccani]. Ognuno di noi non ha un solo prossimo, non c’è solo una persona “dopo” di noi, ma una pluralità. Siamo immersi in decine di comunità più o meno riconosciute (scolastica, familiare, sportiva, ecc). In ogni realtà “il prossimo” può essere chiunque, simpatico o antipatico, e sta proprio a noi tirar fuori solo il meglio da ogni situazione. Vi posso assicurare che i bambini ci riescono meglio degli adulti.
Il colore per… riconoscere i propri limiti
Molte persone vorrebbero essere sempre perfette, abili, intelligenti, capaci, ecc. Ma quando questo non avviene? Dramma? Certo che no, poiché, altrimenti, vivremmo una vita di frustrazione e sofferenza. Non possiamo focalizzarci sempre su quello che non riusciamo a fare, perché ci saranno decine di cose migliori per cui essere felici.
“Il colore preferito” narra la storia di matite che pretendevano di essere perfette, di non aver bisogno di nessun altro per andare avanti. In realtà sappiamo bene che questa non è altro che una percezione. Non possiamo aver la presunzione che nella nostra vita non avremo mai bisogno di nessuno. I colori pensavano che le loro capacità sarebbero bastate per affascinare Pistacchio… ma solo con un lavoro condiviso questo può realmente accadere. Da soli saremo limitati sempre a noi stessi, a ciò che sappiamo fare. Con l’aiuto degli altri, questo limite non si cancella, ma si amplia, si ingrandisce, permettendoci di arrivare a risultati ben migliori. Un po’ come provare a sollevare un peso da soli o con dei compagni.
Ecco allora che i nostri limiti non possono essere visti in negativo, bensì come la linea da superare assieme a qualcun altro, al nostro “prossimo”, a colui che, simile a noi, ha però un “colore” diverso, che può essere di pelle, di religione, di status sociale…
Il colore… per gioire insieme
Tiriamo quindi le fila de “Il colore preferito”. Una storia di accoglienza, non quella classica di qualcuno che viene da lontano, bensì di coloro che sono il nostro “prossimo”, che sono già vicini a noi, simili in tante cose ma così diversi in altre. Una racconto che ci può aiutare a capire che i limiti di cui spesso abbiamo paura, non sono altro che traguardi da cui partire nuovamente per camminare insieme ad altri, e non più da soli. Una storia per sorridere di se stessi e di come, spesso, la soluzione non vada per forza cercata da soli.
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Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro buona lettura!
Davvero interessante