Legislatura Scolastica

FAQ della scuola Primaria: risposte per il Concorso (aggiornato al 12/01/25)

Buongiorno a tutti! Eccoci in questo articolo a tema “FAQ”, ossia nella modalità “domanda/risposta” al fine di condividere quante più informazioni possibili sul mondo della Primaria. L’intento è supportare i colleghi che intendono affrontare un concorso pubblico o anche solo soddisfare una qualche curiosità. Mettiamo, però, in chiaro una cosa: molte di queste FAQ sono inutili senza una adeguata lettura completa della relativa Normativa, poiché i dettagli e i riferimenti sono tutti da trovare lì.

Fermo restando che potrà essere implementato man mano, nel caso in cui vengano riscontrati errori di qualche genere non esitate a scrivermi tramite il relativo form.

Tutte le informazioni sono da datare al 31-08-2024 e, ovviamente, non possono sempre essere del tutto esaustive. Buona lettura!

FAQ – Il CCNL

Quali sono le novità del nuovo CCNL (2024)?

  • Aumento stipendiale della Retribuzione Professionale Docente (RPD);
  • Aumento della retribuzione sulle ore aggiuntive tramite il Fondo di Miglioramento dell’Offerta Formativa);
  • Formazione: la formazione è considerata servizio, si svolge in orario non coincidente con l’insegnamento. Confermata la fruizione dell’esonero fino a 5 giorni dalle attività di insegnamento per formazione specifica. Remunerate le ore eccedenti le 40 contrattuali;
  • GLO: le ore devono essere comprese nel computo delle 40 ore per attività collegiali dedicate ai CdC;
  • Lavoro a distanza: Le attività funzionali, come anche la programmazione di 2 ore, può essere svolta on-line previa regolamentazione scritta;
  • I docenti di ruolo potranno accettare una supplenza fino a un anno sul sostegno o altra classe di concorso;
  • Confermato il vincolo di mobilità per 3 anni dalla presa di servizio;
  • Vengono inseriti 3 giorni di permessi retribuiti anche ai docenti con contratto a tempo determinato.

Permessi nel CCNL

  • I docenti con contratto indeterminato e determinato possono chiedere 3 giorni di permesso retribuito per motivi familiari/personali. Non interrompono l’anzianità di servizio. Il DS non può rifiutare il permesso, basta autocertificazione;
  • I docenti con contratto indeterminato hanno 6 giorni di ferie non “obbligate” (estive);
  • I docenti con contratto determinato hanno 6 giorni di permesso non retribuito che interrompono l’anzianità di servizio;
  • 3 giorni per lutto;
  • 15 giorni consecutivi per matrimonio;
  • 30 giorni annui al 100% sino ai 3 anni del bambino. Poi al 30% per 3 mesi +3 mesi se il partner li trasferisce (e quindi non li usufruisce) sino ai 12 anni di età. Considerato servizio e non scalano le ferie.

FAQ – La RSU – Rappresentanza Sindacale Unica

  • Presente in tutte le realtà lavorative scolastiche, è un organismo sindacale che viene eletto dai lavoratori;
  • Il lavoratore eletto rappresenta le esigenze di tutti i colleghi, vigilando sull’applicazione del CCNL e, in caso di problematiche insorte, agendo tramite vertenza nei confronti del lavoratore;
  • La RSU funziona come unico organismo che decide a maggioranza la linea condotta e se firmare o no un determinato accordo;
  • Sono motivo di contrattazione: tutela del lavoratore, ripartizione dei vari fondi istituzionali, criteri per il diritto alla disconnessione; compensi accessori, qualità del lavoro, ecc.

FAQ – Le Funzioni Strumentali

Al fine di concorrere alla realizzazione del PTOF, le scuole possono valorizzare alcuni profili professionali dei propri insegnanti. Tali funzioni sono deliberate dal collegio docenti dietro, solitamente, candidatura dei docenti stessi. Questi devono possedere, naturalmente, una formazione/curriculum adeguato alla funzione che intendono ricoprire. Tali incarichi non possono esonerare totalmente dall’insegnamento e i compensi sono in relazione alla contrattazione che viene fatta di volta in volta.

Non è ben chiaro se, con la L. 107/2015 il DS possa, senza passare per il Collegio, scegliersi delle funzioni strumentali di supporto alla dirigenza tramite l’organico dell’autonomia.

Aree di attività delle funzioni strumentali

  • Gestione del PTOF e sostengo al lavoro docente;
  • Gestione e organizzazione degli INVALSI;
  • Interventi e servizi per gli studenti (orientamento, raccolta info sugli studenti, sportelli, ecc.);
  • Attività/incarichi legati all’inclusione (referente per antibullismo, DSA, BES, stranieri, ecc.);
  • Autovalutazione dell’istituto (comitato valutazione, Nucleo Interno di Valutazione);
  • Progetti esterni e con il territorio;
  • Continuità fra settori;
  • Comparto digitale (animatore digitale, referente TIC, ecc.).

FAQ – Inglese

La distribuzione delle ore settimanali nelle diverse classi è: 1 ora in prima; 2 ore in seconda; 3 ore nella terza, quarta e quinta.

La lingua inglese viene insegnata da docenti in possesso di specifica abilitazione. Se nel team di classe non è presente un docente con tali requisiti, verrà scelto un altro docente all’interno dell’istituto.

FAQ – CLIL

Già presente dal 2003, diverse sono le leggi di riferimento per il CLIL. CLIL significa “Content and Language Integrated Learning ed è un approccio all’insegnamento che integra dei contenuti con la lingua straniera. Il contenuto può riguardare un progetto specifico, un argomento o un’intera disciplina.

Per applicare il metodo CLIL in modo efficace in una classe, il docente deve integrare diversi strumenti e metodologie, sfruttando esperienze di gioco, multimediali e multisensoriali.

FAQ – Ed. Motoria

Dal 2022, tramite la L. n. 234/2021, la disciplina di ed. Motoria viene impartita nelle classi IV e V da uno specialista con specifica formazione. Nei prospetti orari settimanali 24/27/30 ore vengono aggiunte due ore non in compresenza all’orario curricolare di base; nelle 40 ore (il tempo pieno) vengono inserite due ore in compresenza nell’orario di base.

Nelle classi I-II-III le scuole possono assegnare a ed. Motoria un massimo di due ore settimanali; può insegnare tale disciplina un qualsiasi docente del team di classe.

FAQ – Il contrasto al disagio giovanile, all’abbandono scolastico e alla dispersione

Premettiamo che questa risposta non è assolutamente esaustiva, ma, perlomeno, vi potrà indirizzare su qualcosa.

L’ultima norma cronologicamente parlando è la L. 123/2023, con la quale si attua un più ferreo controllo delle presenze/assenza a scuola da parte dei DS. La procedura segue questo iter:

  • Controllo da parte del DS delle assenze di più di 15 giorni anche non consecutivi non giustificati negli ultimi 3 mesi;
  • In caso di violazione dell’obbligo di istruzione, deve fare ufficiale comunicazione alla famiglia del mancato adempimento;
  • Qualora la famiglia non fornisca adeguata spiegazione, verrà avvisato il sindaco e le autorità competenti.

Le assenze per motivi religiosi continuano a essere autorizzati, fermo restando la dovuta comunicazione.

Per quanto concerne strettamente la dispersione scolastica, già la L. 107/2015 cercava di attuare degli interventi al fine di contrastare tale fenomeno, primo fra tutti l’apertura della scuola oltre l’orario scolastico. In questo modo, la scuola può offrire agli alunni delle occasioni di apprendimento protetti, non solo delle classiche discipline, bensì con attività extracurriculari legate al territorio.

Oltre ciò, anche le normative legate all’accoglienza e al diritto allo studio per gli stranieri (linee guida del 2014 e orientamenti interculturali 2022) sono legate a questo argomento. In più occasioni, viene sottolineata l’importanza di progetti di inclusione e corsi L2 per tutti gli alunni stranieri, al fine di favorire l’integrazione e la relazione fra pari. Viene oltremodo ribadito come, con un adeguato percorso di L2, probabilmente la percentuale di dispersione (al 14% nel 2019) diminuirebbe drasticamente soprattutto nelle scuole Secondarie.

A conclusione, elenchiamo quelli che sono ritenuti fra i fattori più determinanti per la dispersione e l’abbandono scolastico: motivi socio-economici, fattori culturali, fattori individuali e contesto scolastico.

FAQ – Le principali modifiche del d.lgs 96/2019 al d.lgs 66/2017.

Mettiamo in chiaro una cosa: la norma di riferimento è il D.lgs 66/2017, che, come scritto nel titolo, ha ricevuto alcune modifiche, anche sostanziali, due anni dopo con il D.lgs 96/2019. A una prima distratta lettura può sembrare un documento inutile e superfluo ma, se esaminato con attenzione, capiremo che non si può studiare la prima senza, al contempo, renderla complementare con la seconda.

Detto ciò, vediamo in un breve elenco le principali modifiche da conoscere.

  • Una maggiore insistenza sul principio dell’accomodamento ragionevole. In sostanza, un’esortazione a mettere in campo tutti gli strumenti a disposizione per adeguare la didattica alle esigenze della disabilità;
  • La commissione medica per la redazione del Profilo di Funzionamento viene ridimensionata. Ad essa si aggiunge la collaborazione dei genitori, la partecipazione dell’alunno – nella massima misura possibile – e della scuola nella persona del DS o suo delegato;
  • Una circoscrizione più puntuale del PEI (ore, criteri, valutazione, ecc.). Sono stabilite scadenze univoche, anche se non cogenti, per la sua redazione (bozza entro giugno e definitivo entro ottobre);
  • Il PEI diventa facente parte del Progetto Individuale, il quale è un documento madre da cui partono tutti gli interventi.
  • Il GLO (Gruppo Operativo di Lavoro) diventa un organismo autonomo e non da cancellare col GLI (Gruppo di Lavoro per l’Inclusione). Ci deve essere una complementarità fra GLO (sul singolo alunno) e GLI (che lavora a livello d’Istituto);
  • Riconoscimento preciso del CTS e del GIT;
  • Maggiore interistituzionalità del progetto individuale, non più solo a cura dell’Ente Locale ma con la partecipazione attiva dell’ASL.

FAQ – Certificazione delle Competenze (Primaria)

La Certificazione delle Competenze viene rilasciata alla fine della V Primaria e del Primo Ciclo di Istruzione (III media). Il documento, con modello nazionale secondo il D.M. 14/2024 (che sostituisce il D.M. 742/2017), deve essere consegnato in doppia copia, una alla famiglia e una alla scuola di destinazione dell’alunno. Il documento viene redatto dai docenti nello scrutinio finale.

Il modello del 2024 è aggiornato con le Competenze Chiave Europee del 2018 e, oltre ciò, non presenta differenze sostanziali dal precedente. La valutazione è in livelli (avanzato, intermedio, base, iniziale) e in caso di bambino con PEI è possibile allegare una nota esplicativa al fine di comprendere/spiegare meglio come l’alunno stesso abbia “lavorato” sulle competenze.

Importante la sezione nella quale vengono scritte le competenze particolarmente “brillanti” del bambino, le quali dovrebbero essere “la base” per il lavoro del settore successivo.

FAQ – Differenza fra “progettazione” e “programmazione” didattica

Fermo restando che non esistono definizioni universali, vi condivido quelle che maggiormente preferisco.

  • Progettazione: Va oltre la semplice organizzazione delle lezioni. Si concentra su obiettivi di apprendimento chiari, strategie di insegnamento, scelta dei materiali didattici e sull’approccio pedagogico generale. Potremmo semplificare questo concetto con le seguenti domande: “Perché insegno questo?” “Come posso insegnarlo in modo efficace?”
  • Programmazione: è una parte integrante della progettazione didattica, ma si concentra principalmente sulla struttura temporale e sequenziale delle attività di insegnamento. Include la pianificazione delle lezioni, la determinazione dei tempi e delle modalità di valutazione, nonché della gestione della risorse. Potrebbe risponde alle domande: “Cosa insegno?” “Quando lo insegno?”

FAQ – Linee Guida Anti-(cyber)bullismo (2021)

Questo documento del 2021 ( Linee Guida Complete) apporta sostanziali modifiche rispetto al precedente del 2017, vediamole in un breve elenco.

  • Formazione e-learning dei docenti referenti nella piattaforma ELISA;
  • Indicazioni di procedure operative in “Prioritarie” e “Consigliate”;
  • Modelli di prevenzione “universale”, “selettiva” e “indicata”;
  • Invito a costituire gruppi di lavoro (teams Anti-bullismo e Emergenza);
  • Protocollo d’intervento per un primo esame dei casi d’emergenza;
  • Evidenza sui siti scolastici istituzionali dei referenti del bullismo;
  • Redazione della E-policy da parte delle scuole da inserire nel Regolamento d’Istituto.

FAQ – Riabilitazione del docente dopo sanzione/sospensione

Secondo la normativa vigente la riabilitazione di un docente deve avvenire a seguito del parere positivo del Comitato di Valutazione (interno della scuola), composto nelle sue componenti essenziali da docenti e tecnico esterno dell’USR. Ottenuto ciò il provveditore avvallerà tale decisione annullando la sanzione o riabilitando il docente al servizio.

Le tempistiche sono due anni per la sanzione e 5 anni per la sospensione. La riabilitazione non è retroattiva.

FAQ – Animatore digitale

Figura legata alle Funzioni Strumentali, viene scelto fra i docenti di ruolo in relazione al proprio curriculum. Il DS si avvale, come anticipato in altri punti, del Collegio Docenti per attuare questa scelta che si rinnova goni anno.

Fra gli incarichi legati a questa figura possiamo menzionare:

  • Organizza e attua la formazione intera sulle nuove tecnologie (compresa la sicurezza informatica);
  • Coinvolge tutta la comunità scolastica, tramite eventi formativi e attività per tutta l’utenza;
  • Ricerca soluzioni innovative didattiche: uso di piattaforme, hardware, software… insomma tutto ciò che può essere d’aiuto per una didattica inclusiva.

FAQ – Lavoro di Team dei docenti

Il lavoro di “Team” del corpo docenti si attua prevalentemente con la programmazione settimanale di 2 h che, per contratto, tutti gli insegnanti della primaria devono svolgere al fine di completare il monte ore (22+2). A questo si può aggiungere il lavoro dei Consigli di Interclasse, nei quali si può, e si deve, innovare costantemente la propria didattica, discutendo delle situazioni reali, degli stili di apprendimento, dei casi da attenzionare, ecc.

L’interdisciplinarietà, che trova la sua maggiore realizzazione in Ed. Civica e nelle UDA, è fondamentale per coinvolgere in sinergia tutti gli insegnanti che ruotano attorno a una classe. Questo permette di confrontarsi, di scoprire nelle idee dell’altro la propria strategia vincente, la soluzione a qualcosa che, da soli, forse non sarebbe mai stata trovata.

FAQ – Valutazione sommativa e formativa

La valutazione sommativa è un tipo di valutazione che avviene alla fine di un percorso, di un programma, di un’attività. Consiste nella misurazione delle “prestazioni” conclusive dello studente utilizzando alcuni criteri ben definiti e presenti nella progettazione annuale/PTOF. Sono classici strumenti di questa valutazione l’interrogazione, la verifica o tutte quelle attività legate a metodologie attive come Cooperative Learning, Jigsaw, ecc.

La valutazione formativa è un metodo, quotidiano, di raccolta di informazioni e dati valutativi di ogni genere, un riscontro continuo e in tempo reale del lavoro del bambino. Utilizza approcci diversi per il suddetto monitoraggio e identifica celermente eventuali lacune di apprendimento da colmare. Il tutto si attua senza riferimenti o criteri specifici di valutazione. Fondamentale, per questo genere di valutazione, è il Diario di Bordo, nel quale vengono registrate le “evidenze” (come piace chiamarle al Ministero) e i commenti del docenti di quello specifico alunno, così da arrivare alla fine del quadrimestre con un quadro chiaro, preciso, calzante, con conseguente contributo “ad hoc” nella Scheda di Valutazione.

FAQ – Struttura del PTOF

Sottolineiamo subito che il POF (Piano dell’Offerta Formativa) è il documento madre di ogni scuola, dentro il quale devono essere inserite tutte le informazioni utili e necessarie alla costruzione dell’identità della scuola. Tutto ciò nasce dall’autonomia scolastica della legge 275/99 (Legge sull’autonomia scolastica). Detto ciò, il PTOF (Piano Triennale dell’Offerta Formativa) è una modifica attuata dal 2015 con la legge “Buona Scuola”, ossia la 107/2015, nella quale viene prescritto che il POF debba avere validità triennale ma con possibilità di modifiche annuali.

Fatta questa premessa, la struttura del PTOF è piuttosto libera, ma alle scuole viene suggerito un modello non obbligatorio di legge con i seguenti punti:

  • Scuola e contesto (bisogni del territorio, caratteristiche della scuola, struttura, risorse professionali. ecc.)
  • Le scelte strategiche (priorità del RAV – Rapporto di Autovalutazione-, obiettivi della scuola, PDM – Piano Di Miglioramento – innovazione)
  • Offerta Formativa (traguardi in uscita, quadri orari, curricolo, PSND – Piano Nazionale Scuola Digitale – valutazione, inclusione)
  • Organizzazione (reti e convenzioni, organizzazione uffici e rapporti con l’utenza, formazione)
  • Monitoraggio, verifica e rendicontazione

FAQ – Il Curricolo

Fra le centinaia di definizioni possibili, questa è quella che più di tutte attirò la mia attenzione durante la preparazione al mio concorso:

Un percorso educativo-didattico che la scuola progetta per il successo formativo degli alunni. Il curricolo è verticale (mete temporali) e orizzontale (fra discipline e protagonisti che ruotano attorno al bambino). Possiamo definirlo il piano degli studi della scuola rispetto alle discipline e al monte ore.

In altre parole, sono le esperienze di apprendimento che una scuola intenzionalmente progetta e realizza per gli alunni al fine di conseguire le mete formative desiderate.

FAQ – Progettare una UDA

In generale, nonostante non esista una procedura precisa, dato che può variare da Istituto a Istituto, questi sono i passaggi da tenere a mente quando si progetta una UDA.

  • Analisi dei bisogni educativi degli studenti: Analisi del contesto specifico e delle capacità, gli stili di apprendimento, il contesto culturale, eventuali criticità;
  • Identificazione degli obiettivi di apprendimento: scegliere gli obiettivi misurabili, realistici e temporalmente definiti;
  • Concetti chiave e Domande guida: Cosa gli studenti devono sapere/conoscano durante e alla fine dell’UDA. Quali sono le domande guida che possano essere da supporto alla riflessione;
  • Pianificazione delle attività di apprendimento: scegliere metodi e strategie didattiche;
  • Valutazione: I criteri devono essere chiari, condivisi con gli studenti. Deve essere Formativa e Sommativa;
  • Risorse necessarie. Elencare cosa materialmente si necessita per l’UDA;
  • Collaborazione e supporto. Considerare e mettere in chiaro le eventuali collaborazioni con altri docenti e/o esperti esterni.

FAQ – Documenti identitari di un Istituto

i documenti più importanti per un Istituto possono essere i seguenti:

FAQ – Iter per un’uscita didattica

Anche qui, non esiste una procedura unica, ma volendo generalizzare potremmo dire che:

  • Può esserci una commissione o referente eletti/o con Collegio Docenti di inizio anno;
  • I CdC individuano le uscite verificandone le finalità, gli obiettivi e i contenuti;
  • Le scelte vengono avvallate dal Collegio Docenti/CdI (Consiglio di Istituto);
  • Creazione di un programma nel quale compaiano: docenti, alunni, classi, destinazione, data, spese, autorizzazioni, ecc. Si può creare un’autorizzazione “annuale” per l’esplorazione del territorio adiacente e fare successivamente soli avvisi puntuali si orari, luoghi, ecc.

Spesso, in casi di problemi economici da parte delle famiglie, viene istituto un fondo apposito a sostegno. La copertura assicurativa spesso è pagata a parte dall’Istituto o tramite “contributo” volontario alle famiglie a inizio anno.

FAQ – RAV (Rapporto di AutoValutazione)

Il modello del rapporto è creato dall’INVALSI, con informazioni legate a dati statistici, rilevazione degli apprendimenti, l’organizzazione didattica, l’utilizzo delle risorse, ecc.). Tale documento va redatto dagli Istituti ogni 3 anni. Le indicazioni generali su questo documento possono essere ritrovate nel 80/2013 e relativi collegamenti presenti nel documenti.

Il documento è in formato elettronico, poi pubblicato in “scuola in chiaro”.

Le sezioni/indicatori sono:

  • Contesto (esaminare eventuali vincoli e opportunità del territorio, la popolazione scolastica);
  • Esiti (punti di forza e debolezza dedotti dall’INVALSI e dalle Competenze Europee);
  • Processi/Pratiche educative e didattiche;
  • Processi/Pratiche gestionali e organizzative;
  • Priorità dell’Istituto.

Gli obiettivi del RAV sono:

  • Analizzare i dati dell’Istituto per diminuire la Dispersione Scolastica;
  • Analizzare i dati INVALSI;
  • Creare le basi del PDM e le relative Azioni in relazione alle sezione/indicatori;
  • Diminuire le differenze fra le scuole;
  • Analizzare i punti di forza e debolezza dell’Istituto.

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