I dadi: una matematica “d’azzardo”
Tornando in prima, ricomincio a spaziare nel mondo del “e se facessi…” “potrei inventare/costruire…” e così via. Oggi, vorrei condividere con voi una modalità di apprendimento dei numeri e addizioni complementari ai classici esercizi. Si deve scrivere e studiare… certo… ma anche con i giochi si può imparare parecchio! Ecco, allora, come i dadi possono offrirci più di una attività legata unicamente ai numeri e alle operazioni. Buona lettura!
La Matematica, questo grande mostro scolastico
Iniziamo immediatamente da un punto fermo: la matematica è una delle discipline potenzialmente più semplici della scuola Primaria. Ovvio, non parliamo di funzioni, derivate e viaggi interplanetari, ma di operazioni, problemi e a quella geometria meravigliosa delle relazioni fra figure.
Perché dico questo? Scettici? Possibile… perché tutto ruota a un fattore fondamentale: l’insegnante avuto a scuola. La Matematica è una disciplina affascinante, logica ma creativa, sognatrice e pigra… complicata e a volte complessa. Tutto ciò che ci circonda arriva, in un modo o nell’altro, alla matematica, a quella materia dove tutto inizia dal “semplice” concetto di numero. Purtroppo, proprio per queste sue caratteristiche a volte in apparente contraddizione, la Matematica richiede delle modalità peculiari e personalizzate per essere insegnata… senza limitarsi al noiosissimo esercizio del libro o, peggio ancora, della fotocopia da attaccare sul quaderno.
Torniamo però a noi.
Ecco come metodi alternativi e complementari possono supportare e stimolare la curiosità logica e, perché no, l’apprendimento della Matematica. Parliamo di un gioco antico come l’uomo: i dadi.
I dadi, concetto di numero e operazioni
Entriamo nel dettaglio.
Una delle sezioni più importanti nella Matematica delle prime classi è certamente quella del “Concetto di numero”, ossia la comprensione, soprattutto astratta, del numero in riferimento a una quantità e alle relazioni ad essa collegate. Come scritto, una delle criticità più importanti è l’astrazione del numero stesso, il passaggio dalle “dita” o “regoli” alla mente e all’immaginazione. Molti insegnanti, fra i quali non ci sono, utilizzano i famosi regoli, piccoli oggetti di plastica di diversa lunghezza; io, dal canto mio, preferisco il disegno, il righello e…. i dadi!
Lavorare il giusto per divertirsi un mondo
Questi piccoli antichissimi oggetti (dai classici a sei facce a quelli più complessi da nerd) possono offrire più di qualche nozione di didattica ma, soprattutto, divertimento. I dadi (uno o due in relazione alla progettazione svolta sino a quel momento) sono una metodologia pratica, meno efficiente dei normali esercizi ma assolutamente più coinvolgenti. I bambini potranno “sfidarsi” o “aiutarsi” a scrivere i numeri uscenti sul quaderno, metterli in ordine, addizionarli o moltiplicarli. Per i giocatori più agguerriti si possono anche fare attività legate a regole come “nelle coppie di numeri che escono, trova le sottrazioni possibili e svolgile”. Insomma… parte il rumore che si verrà a creare (vi assicuro che sembra di stare in una sala di Las Vegas), il resto sarà tutto a vostra fantasia..
Personalmente non sopporto quei docenti con un unico obiettivo: lavorare, lavorare, lavorare perché altrimenti si rimane indietro nei programmi e i genitori poi cominciano a lamentarsi. Rimanendo nella mia solita diplomazia: esiste di meglio.
I bambini devono poter conoscere il mondo con l’esplorazione, la gioia, la meraviglia e la scoperta… non con pagine e pagine di esercizi che già nel breve tempo arrivano a tediare i piccoli studenti. Analogamente al mondo del lavoro, un alunno felice lavorerà il giusto, se non di più, di un pari al quale vengono assegnati moltissimi noiosi esercizi. Il coinvolgimento e la motivazione intrinseca sono la chiave del successo di ogni progettazione. Un insegnante che ha paura di rimanere indietro o di subire la pressa delle famiglie non è un insegnante sicuro di sé e della sua professionalità. Badiamo bene: non sto dicendo che un vero docente non deve aver mai dubbi, anzi. Questi, però, non può certo andar dietro alle opinioni di chi si sente maestro solo perché gli argomenti “possono insegnarli tutti”.
Noi siamo i professionisti del settore, non tutti gli altri. Io non andrei mai a dire al mio medico cosa deve prescrivermi per curare un dolore…
Ecco allora che i dadi possono essere quella magica strategia atta a coinvolgere i bambini nell’apprendimento della Matematica. Lavoreranno “poco”, con meno esercizi e servirà più tempo per arrivare a un risultato “valutabile”… ma si divertiranno. Una delle esperienze più belle è sentire, dai miei vecchi cicli, i giochi e le magie fatte in classe… l’argomento… boh… ma le risate sicuramente tante! Sino ad ora nessuna famiglia è tornata ad insultarmi per l’ignoranza dei figli…
Volendo “tirare” le somme…
Concludiamo quindi la nostra piccola riflessione sull’uso dei dadi nella Didattica. Questi possono offrire numerosi giochi matematici divertenti e diversi, all’insegna di un apprendimento diverso. Sono strumenti da utilizzare con criterio, idee ben precise… e in taluni casi con un po’ di coraggio nel difendere la propria teoria. Cosa ne guadagneremo? Che i bambini si divertiranno tanto da ricordarlo forse per tutta la vita. Io sono arrivato sino “all’adolescenza”… quindi promette bene ^^.
Questo articolo fa parte della sezione “Enigmistica e Apprendimento Alternativo“. Nel caso in cui siate interessati a ricevere una volta al mese (se non ogni due…) la newsletter basta lasciare il proprio indirizzo nell’apposito form (nella colonna destra da PC, nella finestra a discesa del menù da mobile).
In questo sito qualche esempio di buon connubio fra i dadi e la Matematica.
Vi ringrazio come sempre per l’attenzione e il tempo. Vi auguro buon proseguimento.