Gomme da cancellare
Il famoso proverbio dice: “sbagliando s’impara”… certo, ma se poi l’errore evita di lasciare aloni o strisce sul foglio ancora meglio no? Oggi, discuteremo di un altro interessante strumento del “Corredo Scolastico”: le gomme da cancellare (non gomme-pane, ma quelle semplici da “matita“). Come sempre, esistono differenze, caratteristiche, pregi e difetti… non sono ovviamente tutte uguali!
Ma non perdiamoci in altre chiacchiere. Buona lettura!
“Un genitore saggio lascia che i figli commettano errori. È bene che una volta ogni tanto si scottino le dita.” Gandhi.
Già, fa molto fico iniziare con le citazioni. Prima di riflettere singolarmente su alcune gomme da cancellare, vorrei aprire una piccola parentesi sull’errore in sé, sulla possibilità che possiamo/dobbiamo darci a sbagliare.
Non diamo per scontato che il detto “sbagliando s’impara” sia compreso pienamente dalla maggior parte delle persone. Tutti lo accettano, tutti lo perdonano… basta che non riguardi se stessi o i propri figli. Sbagliare è un passaggio fondamentale della nostra esperienza, un momento nel quale, in modo costruttivo, il bambino capisce che il risultato di quanto fatto non è stato considerato soddisfacente o, perlomeno, al meglio. Denigratorio? Offensivo? Abbassa l’autostima?
No. Non è l’errore che abbassa l’autostima del bambino, ma la modalità con le quali noi adulti lo facciamo notare.
Facciamo un esempio.
“Come al solito, non scrivi mai bene”.
Qui dentro c’è di quanto più sbagliato nell’educazione. La prima cosa che capisce un bambino con un tale commento è “Non sono mai riuscito a scrivere correttamente e non lo farò mai”. Purtroppo è vero, non è un’esagerazione. Nella psicologia di un bambino si attivano, dopo tanti e tanti insuccessi apostrofati in questo modo, delle dinamiche che lo porteranno a credere fermamente che certi risultati non potrà mai raggiungerli, perché il lasso temporale dell’errore è sempre, è perenne, è “come al solito”. Quindi da lui ci si aspetta, di norma, l’errore e non la parola corretta.
Passaggio secondo: il soggetto dell’errore è il bambino, non altro. “Tu” scrivi male, “Tu” come al solito sbagli. L’errore coincide, quindi, col suo creatore, entrano in simbiosi, non sono più due entità diverse. Ergo, per sillogismo, se l’errore è perenne (perché “non scrivi mai bene”) anche il bambino stesso è perennemente errato, sbagliato. Vi sembra un’esagerazione? Non è così. Ogni giorno, in ogni occasione, le orecchie dei piccoli possono ascoltare questo, arrivando a convincersi, come ho detto pocanzi, che, se gli viene detto sempre, allora la cosa sarà vera. E non si discosterà più da quella convinzione, perché non farà altro che rispecchiare quanto gli adulti credono di lui.
Quindi non si devono sottolineare gli errori? Assolutamente no. Vanno corretti, segnalati… ma nel modo giusto. Potremmo dire invece:
“Oggi questa frase non è scritta bene”
Riprendiamo i passaggi precedenti. Si dà un lasso temporale. “Oggi”; non sempre o mai. L’errore è limitato nel tempo, con la notte potrà non tornare mai più, perché la correzione potrebbe prendere il suo posto. Il peso psicologico dell’errore è così mitigato, diminuito, reso “limitato” e, di conseguenza, non invincibile.
Passaggio secondo: non è il bambino a sbagliare (è naturale che sia stato lui, ma è un’ovvietà che non serve ribadire in una correzione), ma è il suo “prodotto” a non corrispondere alle aspettative. Ecco che il focus cambia: la frase non è chi la scrive, quindi se la frase stessa è sbagliata non importa, perché il bambino ne rimarrà fuori, essendo diverso. L’errore, adesso, non è più solo limitato nel tempo, ma anche nello spazio, perché rimane ancorato nel foglio, nel supporto cartaceo e non entra in simbiosi col bambino e la sua esistenza. Con un altro compito il risultato sarà diverso.
Si, ok, ma io volevo solo una lista di gomme da cancellare
Giusto. Ho preso un po’ per la tangente l’argomento centrale dell’articolo. Però saprò rimediare.
Le gomme da cancellare sono un materiale indispensabile per ogni settore e grado (ovviamente fin quando si scrive… nell’era digitale sempre meno). Per questo non può essere sottovalutato e, purtroppo, lasciato in balia del marketing, dei fiocchetti e dei cartoni animati.
Perché vi dico questo… perché dopo dieci anni di insegnamento ho visto davvero tanto: gomme a forma di scarpe, di matita, di parola, di cartone animato, di Babbo Natale… e chi più ne ha più ne metta. Belle eh, assolutamente, con loro il bambino faceva sempre la sua bella figura. Ma il neo era lì, pronto, a emergere in tutta la sua forza: alla prima “cancellata” ecco strisce colorate e fantasiose, matite che non se ne andavano, fogli strappati e consumati all’inverosimile.
Imbarazzante.
Alcuni articoli della cancelleria scolastica non possono sottomettersi al “guarda quant’è carina” perché, poi, quando dovranno essere utilizzati, non faranno altro che danni su danni. Una gomma deve cancellare, togliere qualcosa facendo tornare, nel possibile, vergine il supporto cartaceo. Quando non lo fa… la prima cosa da vedere è la qualità della gomma. Certo, i fattori sono molti (la durezza della matita, il tipo di strumento utilizzato nell’errore, il supporto cartaceo, ecc.) ma la gomma è, ovviamente, la prima cosa su cui possiamo lavorare per evitare questi spiacevoli inconvenienti. Più volte mi sono trovato a guardare pagine di bambini dispiaciuti del disordine perché, con le loro gomme, non avevano fatto altro che altri segni/errori sul foglio.
Le gomme Sì: semplici, bianche, comode.
Partiamo dalle gomme da “consigliare”. Non ho marche precise, anche se ne menzionerò diverse, perché bastano le poche caratteristiche presenti nel titolo. Devono essere bianche, perché gomme con meravigliosi arcobaleni non faranno altro che trasferirli sul foglio alla prima cancellatura. Semplici, perché la forma ha la sua importanza: un bella gomma rettangolare facilita la precisione di cancellatura e, se utilizzata bene, non perde le sue performance nel tempo. Comode, perché gomme bianche ma che non sai come prenderle, data la forma di quel personaggio dei cartoni tanto amato, innervosiranno facilmente l’utilizzatore, a seguito dei numerosi tentativi spesso frettolosi di far sparire qualcosa ma senza pieno successo, Si deve cancellare una volta, non dieci volte di seguito.
Ecco allora le caratteristiche, poche ma buone, di una gomma adatta a un bambino. Bianca, semplice e comoda. Andiamo a vedere qualche esempio ma, vi assicuro, la stragrande maggioranza delle gomme andranno bene (meglio sempre senza PVC).
Queste sono le marche più semplici da trovare. I prezzi possono variare molto ma, come ho già scritto, non la qualità. La “Staedtler” ha certamente un costo piuttosto alto, mentre la “Scatto” la potrete trovare a pochissimo. Il nome conta, ma in questo caso non così tanto. L’importante è che seguiate le tre caratteristiche: bianca, comoda, semplice. Deve essere una gomma, deve fare bene il suo mestiere, non trasformarsi in un giocattolo o un soprammobile.
Le gomme No: dure, colorate, multiformi
Ovviamente le gomme “No” sono semplici da inquadrate dopo la sezione precedente. Ma approfondiamo brevemente lo stesso.
Molte gomme “No” possono essere comode, bianche… ma rigide. Cosa significa? Che quando si andrà a cancellare, questa facilmente consumerà il foglio, lo “gratterà” togliendo sicuramente la grafite ma, al contempo, la fibra vegetale. Molte gomme “dure”, anni fa, erano adatte alla penna, ma oggi sono fortemente in disuso, preferendo un più comodo (ma personalmente non mi piace) bianchetto. Sul colore, mi sono già espresso, ma mi ripeto: lo scopo non è lasciare un altro segno, ma toglierlo. Il colore, vuoi o non vuoi, si trasferirà sul foglio, anche solo sottoforma di “striscia” oscena che più si proverà a cancellare e più quella di amplierà. Gomme multiformi sono spesso difficili da impugnare o, peggio, così delicate da rompersi in brevissimo tempo.
Breve esempio: fantastica gomma a forma umana che, come presa dalla testa per cancellare, se spezzerà all’altezza del collo, decapitando il malcapitato personaggio. Dopo il fattaccio, sarà stato piuttosto inutile comprare una gomma di quella forma.
Vediamo qualche piccolo esempio di gomme da “evitare”, nel caso in cui il vostro scopo sia cancellare e non lanciare una moda.
Assolutamente meravigliose. Ma come oggetti di scambio, non come strumenti scolastici. ^^
Per cancellare ogni dubbio
Ultima cosa: che decidiate di comprare una gomma di qualità o di bellezza, ciò a cui dovrete sempre stare attenti è la sua conservazione. Una gomma va custodita, non abbandonata all’interno dell’astuccio. Soprattutto in quelli a “sacco”, la gomma può sporcarsi, macchiarsi, rendendo ancor più difficile il suo utilizzo. Le “custodie” con cui sono rivestite quelle bianche andrebbero sempre lasciate, perché proteggono dal 90% dei danni. La gomma rimarrà pulita, efficiente, utilizzabile al meglio.
Attenzione alle altre matite colorate, a quelle grigie o, peggio, ai temperini con serbatoio che, se non scaricati prima della loro dismissione, possono macchiare in modo indelebile ogni oggetto vicino, gomma compresa. Non bisogna arrivare alla bustina per metterla dentro, ovviamente, ma un po’ di cura quotidiana non farà di certo male.
Siamo giunti, quindi, alla fine. Spero che quest’articolo vi sia stato utile per capire meglio l’uso e la gestione di uno strumento così piccolo ma, al contempo, importante del corredo di ogni bambino.
Questo articolo fa parte della sezione “Corredo Scolastico“, nella quale troverete altre recensioni di prodotti scolastici.
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Buon proseguimento!